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al testo di Dereck Louvrilanm
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Marmo a perdifiato. Qualche nota di rilievo con il senso di fioriera. Sbocciano dalle foto visi interi. Ho toccato con mano un’ala di ferro battuto dalla ruggine come migliore offerta all’asta dei giorni che nessuno riceve come credo ma che si strappano all’incanto dei vizi. Questa è solo una battuta annoto per chi osserva come faccio le scale all’altezza della vita. C’è una balaustra? Un corrimano una ringhiera? Qui c’era quasi una cintura. Non era un parapetto… E sono caduto! Un parapetto protegge più in alto. Con fede mi ripeto: siamo i muscoli di tutti i morti e quanti più agitano lo stesso nome più robusta torna la voce alla luce dei riassunti. Diffondiamo la loro lingua dando baci con la nostra bocca e spargiamo il loro sangue ammazzando con le nostre mani. Andiamo tra cadaveri senza trovare pace, che pure è morta col big bang.
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